Portico del Palazzo Cariplo






il Foro | la Navata | la Porta

Come sempre, cerchiamo di arrivare in architettura ad una sintesi dello spazio e della forma.
E per questo cerchiamo di giustapporre fra loro i puri solidi geometrici della tradizione del Moderno in maniera da ottenere delle composizioni che possano porsi come interpretazione del linguaggio classico dell’architettura.
Siamo convinti che questa sia l’unica possibilità di classicismo contemporaneo.

In questo progetto abbiamo fissato tre “elementi” geometrici: un cilindro, un quadrato, una sfera.
Ed il nostro sforzo è stato quello di trasformarli in “figure” architettoniche in virtù della loro giustapposizione.
Ecco quindi i cilindri, messi vicini gli uni agli altri, trasformarsi in una teoria di “colonne” (magari con intercolumnio rigorosamente picnostilo).
Ecco i quadrati comporsi in diversi e significativi disegni pavimentali.
Ecco infine la sfera, forma assoluta e perfetta, trasformarsi in monumentale “centro” o “meta” dei vari luoghi urbani.

Sarebbe troppo facile trovare nella storia dell’architettura dei precedenti illustri nell’uso di questi particolari elementi: colonne isolate che delimitano o configurano degli spazi urbani sono quelle di S. Lorenzo a Milano o quelle gemelle di Piazza S. Marco a Venezia; il Rinascimento ha dato, nelle sue vedute reali o ideali, moltissimi esempi di pavimentazioni con quadrati, come nel quadro di Raffaello dello Sposalizio di Brera; da sfere e da semisfere, poi, è caratterizzata l’architettura di tutte le nostre città.
E sarebbe altrettanto facile essere convinti del “classicismo”: a Busto l’architettura classica italiana ha delineato i suoi più bei monumenti, dal Rinascimento della chiesa di S. Maria al Barocco della chiesa di S. Giovanni, che sono anche i protagonisti degli spazi oggetto di questo studio.
Ma c’è dell’altro, molto altro. 
C’è, per esempio, la lezione metafisica che ci incanta con gli attoniti silenzi delle “Piazze d’Italia”.
Proseguiamo.

Per ognuna delle piazze oggetto del presente Concorso, si è scelto un “tema” di architettura che immediatamente interpretasse quello che i luoghi urbani, uno per uno, sono stati in passato e devono ritornare ad essere.
Perché è importante capire come i luoghi avessero significati ben distinti e caratterizzati all’interno della trama dei percorsi della vecchia cittadina: erano “piazze” (oggi sono parcheggi) dove, come si vedrà nella successione dei temi, erano presenti fondamentali modi di essere dello spazio pubblico.
Le piazze, in sintesi, “mettono in opera” temi di architettura: il foro, la navata, la porta.
Ed insistiamo nel dire che, attraverso la composizione degli “elementi” architettonici che ci siamo dati dall’inizio, altro non abbiamo fatto che cercare di “ricostruire” per ognuno dei luoghi urbani il “tema” che gli era proprio.

1° tema: il Foro.
La Piazza S. Maria è da sempre il “Foro” di Busto, all’incrocio di cardo e decumano, come disse il Bossi nel distico: “Eoum Baptista Latus / Tenet Aliger Ipse Occiduum / Medium Virgo Beata Forum”.
La proposta vuole esprimere il carattere di centralità mirabilmente interpretato dalla chiesa bramantesca la cui cupola è il centro della città, ove si annodano i percorsi.
Il disegno pavimentale, nato dalla modulazione della chiesa stessa, individua un quadrato quale spazio centrale della città.
Le tre colonne, poste sul perimetro del quadrato pavimentale, misurano lo spazio della piazza, temperandone la vastità e configurando uno spazio minore opposto al monumento, quale ideale luogo di sosta e di osservazione e quale memoria del preesistente portico.
A complemento della sistemazione pavimentale si individua quale unico rilievo, un quadrato costituente il basamento-stilobate della chiesa, dopo aver eliminato tutt’intorno e dappertutto gli insulsi marciapiedi.
La sfera, ponendosi come meta del Corso Europa, ne chiude lo spazio correggendo l’eccessiva dimensione dell’immissione nella piazza.
Ci si consenta di immaginare il vuoto della piazza così configurata riempito, come era un tempo, con le bancarelle e le tende del mercato.

Assialità e centralità. Ritmo processionale e tempio centrale. Navata e cupola: in due piazze contigue sono espresse a Busto Arsizio, con le chiese di S. Maria e S. Giovanni, le due esperienze fondamentali dell’architettura ecclesiale.

2° tema: la Navata.
Nella Piazza S. Giovanni abbiamo voluto esprimere l’ideale svolgimento del tema della navata.
La facciata della chiesa di S. Giovanni viene evidenziata nel progetto per quella che è: una facciata di chiesa barocca ovvero la rappresentazione della “Porta Coeli”.
Come tale essa è la proiezione ed il riflesso di due navate assiali, quella interna e quella esterna: la prima conduce all’altare, la seconda, individuata dal disegno pavimentale, conduce alla sfera.
Il colonnato, nel sottolineare la presenza della “navata”, configura una “piazzetta” contigua, quale risoluzione dello spazio creatosi con l’arretramento e la formazione del portico a negozi sul lato sud.
In questo luogo, particolare significato assume la risoluzione della facciata cieca della “casa Pianezza”: qui proponiamo una facciata sovrapposta.
Ancora una parola sulle colonne: nel loro allinearsi portano in presenza nella Piazza S. Giovanni il tracciato della Via Milano, decumano della città.

3° tema la Porta.
Piazza Garibaldi, ovvero la vecchia Porta Milano, è il luogo dove più sono concentrate le contraddizioni dell’architettura contemporanea: palazzetti Liberty, architettura popolare, palazzoni del dopoguerra che parlano di normative edilizie e di volumetrie contrattate; non manca neppure una cosa che chiamano fontana.
Ma l’importante è capire il significato di questo luogo; infatti esso è configurato dai tracciati storici di Busto come la porta principale di accesso alla città: la Via Milano, decumano massimo, la attraversa e diviene il Corso XX Settembre che porta a Milano; la vie Fratelli d’Italia e Daniele Crespi seguono il tracciato di circonvallazione sovrapposto ai bastioni storici del borgo; la Via Galilei è un ulteriore asse di uscita dalla città.
Il nostro progetto ha voluto monumentalizzare il tema della Porta, così evidente in questo luogo.
Quattro colonne configurano un ideale propileo di accesso alla Via Milano, una classica porta urbica.
Da tale Porta, o meglio dalla sfera che di tale luogo concentra il significato, si dipartono i “viali” ed i “corsi” caratterizzati dall’alberatura tipica dei “Boulevards”.
In particolare, Via Fratelli d’Italia, in prospettiva assiale sulle colonne, è alberata sul lato opposto al Municipio in modo che il verde possa sottolineare la presenza della chiesetta di S. Anna e possa legarsi ai giardinetti fronteggianti gli Uffici Finanziari, in un ideale ricupero della figura degli orti urbani che in passato circondavano la città.
Allineando degli alberi più geometrizzati abbiamo inteso assimilare le facciate dei palazzoni porticati alla cinta muraria della città.
Un’ovvia scelta è stata quella di consentire l’attraversamento viario dello spazio della piazza alla convergenza dei “Boulevards”, pur istituendo una vasta zona pedonale sopraelevata in corrispondenza dell’esedra della “Porta” e dell’arrivo del tracciato della Via Milano.

Concorso Piazze, Busto Arsizio 1988


Piazze Bustesi
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